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Continuano le proteste a livello nazionale dei lavoratori edili nell'ambito della rinegoziazione del Contratto nazionale mantello (CNM). Oggi, 1° novembre, i cantieri della Svizzera nord-occidentale sono fermi. Più di 1000 operai edili hanno incrociato le braccia e si sono riuniti a Basilea per una manifestazione di protesta. Si stanno difendendo dalle richieste assurde degli impresari costruttori che vogliono giornate lavorative di 12 ore e settimane di 58 ore. Gli edili non sono disposti a pagare con la propria salute e la propria vita privata per le colpe degli impresari costruttori.

La formazione di base Progresso per i collaboratori senza diploma professionale dell'azienda alberghiera-ristorazione non è mai stata così rilevante come ora in quanto, a fronte dell'attuale situazione di preoccupante carenza di personale specializzato, fornisce un importante contributo alla professionalizzazione e alla fidelizzazione al settore. Nel 2023, saranno quindi offerti più corsi che in passato.

Per anni l'economia si è mossa in un'unica direzione: crescita e valutazione. E poi, poco meno di tre anni fa, qualcuno iniziò a parlare di un virus in Cina. L'Europa non se ne preoccupava ancora, intenta com'era a festeggiare l'inizio del nuovo decennio. Ma sono bastate poche settimane per capire che il coronavirus avrebbe influenzato anche la vita in Svizzera. Per tutti si trattava di una situazione nuova che richiedeva nuove soluzioni. A conti fatti, la Svizzera ha affrontato piuttosto bene questa sfida e l'economia ha potuto beneficiare di un sostegno mirato. Nel marzo di quest'anno si è finalmente detto addio anche a green pass e mascherine e progressivamente sono cadute anche le restrizioni di viaggio – per buona pace dei vacanzieri.

L'allarmante esodo di personale infermieristico richiede risposte urgenti o il nostro sistema sanitario rischia di collassare. Mentre le autorità federali e cantonali si rimpallano le responsabilità, Syna e i suoi partner agiscono e chiedono cinque misure urgenti. Perché il personale – e i pazienti – non possono aspettare ancora degli anni prima che venga attuata l'iniziativa sulle cure infermieristiche.

Oltre 20'000 edili si sono espressi a favore di azioni di sciopero nel corso di un'ampia votazione tenutasi a livello nazionale. Questo perché la Società svizzera degli impresari costruttori attacca frontalmente i loro diritti nelle trattative per il rinnovo del Contratto nazionale mantello (CNM) che sta per scadere. In particolare, gli impresari costruttori vogliono abolire le attuali disposizioni sull'orario di lavoro, affinché in futuro giornate lavorative di 12 ore e settimane di 58 ore diventino comuni. In questo modo gli impresari costruttori non solo mettono in pericolo la salute degli edili, ma sacrificano anche la loro vita privata. I lavoratori non ci stanno e annunciano giornate di protesta in tutta la Svizzera. Così facendo sperano che gli impresari costruttori rinuncino alle loro radicali richieste e aprano la strada ad un accordo.